Di seguito riporto le considerazioni che presentai su invito del Comune di Piove di Sacco il 12/06/2017, sul cyberbullismo, il fenomeno del “dark web” ( allora ci fu il grosso fenomno del “blu whale”). Furono presenti le Autorità comunali, le Forze dell’Ordine, rappresentanti della Scuola e venneo invitati i genitori. Ci fu molta partecipazione. Riporto ciò che scrissi allora, per suggerire ai genitori di pensare bene prima di far giocare e intrattenere i piccoli con cellulari e tablet. Pensateanche che è un testo che ho scritto nel 2017, quando il fenomeno era finanche minore di quanto sia oggi, dopo 3 anni di pandemia.
Nella Gazzetta del 3 giugno scorso (2017) è stata pubblicata la Legge 29 maggio 2017 n. 71 recante “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”. Questa legge definisce cos’è il «cyberbullismo»:
con questa espressione si intende “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”.
Ha come obbiettivo: di contrastare il fenomeno del cyberbullismo in tutte le sue manifestazioni, con azioni a carattere preventivo e con una strategia di attenzione, tutela ed educazione nei confronti dei minori coinvolti, sia nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti, assicurando l’attuazione degli interventi senza distinzione di età nell’ambito delle istituzioni scolastiche.
Identifica responsabilità Gestore del sito internet: si intende il prestatore di servizi della società dell’informazione che, sulla rete internet, cura la gestione dei contenuti di un sito in cui si possono riscontrare le condotte di cyberbullismo; non sono considerati gestori gli access provider, i cache provider e i motori di ricerca.
Rende possibile Oscuramento del web: la vittima di cyberbullismo, che abbia compiuto almeno 14 anni, e i genitori o esercenti la responsabilità sul minore, può inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media un’istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi altro dato personale del minore, diffuso nella rete internet. Se non si provvede entro 48 ore, l’interessato può rivolgersi al Garante della Privacy che interviene direttamente entro le successive 48 ore.
Definisce Ruolo della scuola nel contrasto al cyberbullismo: in ogni istituto tra i professori sarà individuato un referente per le iniziative contro il bullismo e il cyberbullismo
Ammonimento da parte del questore: è stata estesa al cyberbullismo la procedura di ammonimento prevista in materia di stalking
Istituisce Piano d’azione e monitoraggio: presso la Presidenza del Consiglio è istituito un tavolo tecnico con il compito di redigere un piano di azione integrato per contrastare e prevenire il bullismo e realizzare una banca dati per il monitoraggio del fenomeno.
Molti sono stati i commenti a favore o parzialmente contro la legge così come è apparsa in gazzetta ufficiale soprattutto riguardo le responsabilità dei i gestori di telefonia, ma certamente è un primo passo per contrastare l’utilizzo indiscriminato dei dati che circolano in rete specificamente ma non esclusivamente pensano ai minori. Certamente faranno seguito modifiche e approfondimenti.
Il lavoro mi porta a contatto strettissimo con le famiglie e ad una consuetudine importante con i ragazzi ed i loro problemi.
Consapevole, da adulta, che il loro mondo è appunto IL LORO e quindi impenetrabile nella sua comprensione profonda, non posso però dimenticare il malessere che è stato anche mio ( ed è proprio di tutti a quella età).
Capita spesso che le famiglie mi chiedano un consiglio, un ascolto riguardo le difficoltà che tutti noi affrontiamo quotidianamente nella vita e capita spesso che i ragazzi mi confidino qualche loro segreto, qualche loro paura.
Lo considero un privilegio.
E’ per questo che mi sono profondamente resa conto di quanto la loro vita sia difficile.
Non è più questione di presa in giro, quella che conosciamo noi “nativi cartacei”, loro sono di fronte alla “presa in giro” universale.
Per noi la presa in giro era confinata a qualche amico, magari alla classe.
Una foto, una confidenza, una debolezza in un istante sono in rete, senza spiegazioni, senza conoscerne il contesto.
Il “nativo digitale” condivide in rete infatti la vita propria e quella dei familiari più volte al giorno, spesso senza pensare.
Non ci si rende conto che questa perdita di privacy, di concetto di intimità, di proprietà esclusiva dei momenti importanti rende la propria vita visibile al mondo.
Un “click” affrettato rende appunto PUBBLICA la vita, i sentimenti, gli affetti .
E come si torna indietro quando chiunque dall’altro lato dello schermo se ne può impadronire e farne un uso non previsto o non proprio?
Tutti noi siamo ormai schiavi della tecnologia informatica, tutti abbiamo uno smartphone, tutti abbiamo un gruppo whatsapp, tutti siamo affascinati dalla possibilità istantanea di restare connessi gli uni agli altri e ci piace un sacco!
Quello che cambia nell’utilizzo di tale tecnologia tra meno giovani e giovani è che per i primi lo smartphone è un telefono, un computer, un apparecchio che riproduce musica.
Per i giovani, gli adolescenti lo smartphone è come una estensione del loro cervello, fa parte di loro.
Sarebbe inimmaginabile perlopiù staccarsene, come fosse una amputazione : il cellulare, i social, sono la loro vita, sono gli amici a portata di mano.
Ho molto riflettuto su questo.
I ragazzini arrivano in ambulatorio con il loro cellulare al bilancio degli 11 anni.
Alcuni hanno il tablet in regalo alla Prima Comunione.
Per far star buoni i più piccolini durante il bilancio dei 2 anni (Ora 2023,dei 6 mesi!) spesso si usa il cellulare per distrarli e consolarli.
Anche prima di questa età sanno benissimo come far partire filmati, aprire le icone delle foto o dei giochi.
Spesso papà e mamme sono compiaciuti dalla loro abilità.
E’ vero sono abili ed è questo che dovrebbe spaventarli a morte.
Perché il fatto che siano abili ad usare i terminali non implica che ne conoscano i potenziali enormi pericoli.
Allora vorrei citare di sfuggita la “teoria dell’apprendimento sociale” che ci spiega come gli umani ( e non solo) siano in grado di apprendere comportamenti dagli altri, solo guardando e osservando.
Di conseguenza genitori sempre al cellulare, con notifiche continue di messaggi e post, genitori che pubblicano tutto di sé stessi dei loro bambini e della loro vita sui social insegnano di fatto che quella è una cosa buona ( se lo fanno il papà e la mamma allora va bene).
I bambini guardano i genitori, la famiglia, gli adulti, e sono come spugne fino dai primi giorni di vita. Semplicemente ci copiano.
Il cervello umano è programmato per questo, per apprendere dal comportamento di chi sta gli a fianco e chi lo guida.
La vita su facebook però non è reale.
E’ una specie di film realistico della nostra vita che finisce in mano a chi la legge SUPERFICIALMENTE ; è una specie di ologramma, non è la vita vera.
Essere sui social connette la gente, ma espone la nostra intimità a persone che neppure ci conoscono.
Nessuno può sapere come sia la vita degli altri.
Agli adolescenti che sento tanto vicini anche se sono vecchietta, vorrei dire che la vera sfida non sono i challenges cruenti, la vera sfida è usare il cellulare solo come uno strumento, non di FARSI USARE.
Si è parlato molto di Blue Whale , probabilmente anche troppo e in modo improprio e stasera ne parleranno i massimi esperti in materia.
Di fatto l’adolescenza è sfida, superamento dei limiti, ricerca del proibito e del misterioso.
Lo è per i nostri ragazzi adesso e lo è stato anche per noi …
Quello che succede è che i superare i limiti, in questo caso negativi, spinge verso il peggio, verso il nostro lato oscuro.
Siamo tutti un po’ buoni e un po’ cattivi, bisogna allenare la parte migliore.
Ogni piccola azione, ogni più piccola scelta si ripercuote su gli altri.
Il corpo che per un adolescente è quasi sempre un nemico ( si diventa diversi, si cambia, spesso non ci si piace, troppo grassi, troppo magri, troppo alti troppo bassi, seno grosso, niente seno, brufoli che spuntano ovunque) va punito.
Sopportare il dolore, infliggersi tagli, non dormire, è come fossero punizioni contro sé stessi, contro la vita che cambia e che sembra sfuggirci di mano.
Gli amori che vorresti neppure ti guardano, ti sta dietro quello / quella che non ti piace.
Ti senti sfigato ( ma succede a tutti, un momento o l’altro perciò nessuno deve temere di esserlo!).
Ti accorgi che sei arrabbiato, che sembri cattivo e ci sono altri arrabbiati e cattivi attorno a te e ti sembra di essere meno solo.
Con i challenge di cattiveria si abbassa moltissimo il senso critico, una parte del tuo cervello non pensa più, l’umore scende, sei depresso, non sei più tu.
I tagli quindi rappresentano la rabbia, però possono guarire se qualcuno ci abbraccia ( un amico vero, uno che piange e ride con te, magari la mamma o il papà).
E le cicatrici restano a ricordare che siamo stati capaci di vincere il dolore.
La sfida è di scegliere gli amici se sono buoni, di non avere fretta di diventare adulti perché c’è anche molto da scoprire nel diventare grandi e di aspettare ad esserlo.
Il challenge buono è coltivare i propri SOGNI, spegnere il cellulare e parlare con gli amici e gli amori, vergognandosi, sbagliando, arrossendo, arrabbiandosi, facendo la pace, senza usare la chat, senza sms.
TUTTO FUORI DAI SOCIAL, con la propria voce.
La sfida è guardarsi negli occhi e tenersi per mano.
Ragazzi parlate se state male, con gli adulti di cui vi fidate.
Parlate se siete tristi, parlate se non state bene con voi stessi, se non vi riconoscete nel vostro corpo per qualsiasi motivo, parlate e chiedete aiuto. Vi critichiamo ma vi vogliamo bene e un po’ vi invidiamo, ma dobbiamo aiutarvi a non buttarvi via.
E ai bulli dico che se sono così cattivi probabilmente stanno male anche loro.
E se ogni bullo rinunciasse ad un comportamento cattivo e ne facesse uno buono?
Se chi scherza pesantemente pensasse solo per un attimo alle conseguenze REALI di quello che fa?
Sono sicurissima che sotto i sorrisi e le risatine sapete che si starebbe meglio.
Tutti ad ogni età abbiamo bisogno di non stare da soli, di riconoscere gli amici, di fidarci, di ascoltare le canzoni che parlano di amore, di rabbia, della tristezza perché gli umani sono così.
Per questi motivi, e per quello che sentirete dai veri esperti, ai genitori chiederei di dare regole e limiti, che sono importanti, fanno crescere perché allenano agli insuccessi, sin da piccolissimi.
I ragazzi sono autorizzati a sbuffare a protestare e capiranno che anche questo è necessario.
Chiedo ai genitori di pensare con il CUORE.
Se spingete il passeggino tenete i più piccoli girati verso di voi e parlategli, raccontategli cosa vedete, chiacchierate e ridete con loro.
Quando è ora di mangiare, quando è possibile mangiate TUTTI ASSIEME, parlate, discutete e ridete, almeno la sera o alla domenica.
Tenete spenta la TV quando siete a tavola.
Ad una certa ora si va a dormire e si DEVE dormire ( telefono, tablet stanno fuori dalla camera da letto!).
Il sonno è fondamentale nella nostra vita, ancora di più nei bambini e nei ragazzi.
Si cancellano i dati inutili della giornata e la nostra memoria trattiene le esperienze importanti, proprio come un pc.
Il nostro cervello matura dormendo.
Quando parlate coi bambini e coi ragazzi ascoltateli ( ricordate la teoria dell’apprendimento sociale?).
Stasera il messaggio per tutti noi vorrei fosse :” Non posso rinunciare allo smartphone ma se voglio lo spengo”.